Nacqui in una notte d'inverno ed è l'inverno con il suo fresco sagace che privilegio, ma nacqui anche sul mare ed il suo “brusio” le sue onde mi han sempre portato ad osservare orizzonti larghi estesi orizzonti. Ho sempre considerato che ogni volta che miri l'orizzonte… quest’ultimo si sposta un po' più in là e giorno dopo giorno è sempre così....forse perchè dobbiamo apprendere che gli orizzonti sono infiniti, la vita infinita e le possibilità sempre nuove sempre pronte ad attenderci.

Così da napoletana sono giunta a Viareggio, mare chiama mare ed è sul mare che i miei orizzonti mai s'arrestano.

La cittadina risulta accogliente non troppo grande, non frenetica, non rumorosa luogo in cui poter vivere in compagnia e da soli per poter accogliere il nostro spazio sacro.

Provenendo da una città grande l'aver accesso alla natura in maniera più semplice e diretta è cosa importante.

In Toscana ho imparato il contatto con la natura è qui che mi sono confrontata con la terra ed in lei mi sono specchiata, troppo cemento nella mia città.

A Viareggio i giorni scorrono più lenti si ha la possibilità di vivere il “tran tran” quotidiano in spazi e tempi più dilatati è così che si acquisisce più tempo per sé, per rimaner con sé stessi per meditare, per riflettere.

La natura ti chiama a metterti in relazione con lei a cominciare ad ascoltarla.

Vivendo in città questo più spesso ti è precluso.

Qui a Viareggio le pinete e possibili lunghe passeggiate sulla spiaggia, a piedi nudi consentono di potersi fermare, respirare.

E' il respiro elemento essenziale..... tempi meno corti ….stretti e... allargamento di spazio per sé stessi. La Toscana, Viareggio mi hanno permesso di entrare in contatto, di donarmi spazio, di lasciarmi attraversar da silenzi indispensabili nel crescere, nell'evoluzione di percorsi.

Ma torniamo al mare il mare consente, il mare squarcia.

Preferisco ancora il mare d'inverno o il mare della mattina presto quando ancora la cittadina dorme, sonnecchia e più intenso e vero può esser il respiro.

Rarefatte le persone solo luce, luce e silenzio per poter dare maggior ascolto al mare alla sua voce al suo mormorare.

Così in pineta dove sporadici o nulli gli incontri l'albero, elemento saliente ancor profuma del suo “humus” della sua frescura accolta durante la notte.

Quanto affermo rende manifesto che non è la Viareggio dei locali, della vita notturna che privilegio né quella degli stabilimenti ma il mattino,l’alba quando il sole non è ancor carico della sua forza quando puoi goderti il passeggio a piedi nudi carezzati dall’erba viepiù al mare le caviglie rese salate dall'onda d'acqua fresca e trasparente.

Non la Viareggio vitaiola ma quella che, ti permette di poter entrar in contatto con il tuo sentire più profondo.

Provenendo da Napoli la necessità era ricostruir le fila di un contatto con la natura che da ragazza mi era stato donato più che altro attraverso il mare d'estate.

La Costiera è bella e quando ne sento la mancanza vado a bagnarmi nelle acque alte e azzurre delle scogliere livornesi.

Potenza della roccia qui, in Versilia, mi è preclusa ed anche se alle spalle dei lidi ci son le Apuane, ammetto che le camminate in montagna non son proprio il mio forte.

In montagna infatti, ho difficoltà a trovare sentieri a ritrovare la strada, se proprio devo, mi reco nell'abetonese, meno in Garfagnana.

L'abetonese mi è caro, Barga, Bagni di Lucca, Scesta- S. Cassiano di Controne che ho eletto a luogo di matrimonio e Cutigliano.

Questa montagna che sale sopra Lucca attraverso viali alberati e strade sinusoidi, nel verde, ha reminiscenze familiari e mi è dunque particolarmente cara.

Viareggio viene a trovarsi tra mare e monti in un punto di snodo che mi collega a Lucca alle sue montagne, a Pisa, città da me molto amata specie per studio e per il suo Lungarni.

Mettiamola così privilegio Viareggio non per le sue mondanità ma perché mi ha dato la possibilità di star più a diretto contatto con l'ambiente di natura.

Il ludico per me ha corrisposto al ballo, prima quello liscio con valzer e tango,da sala, poi tango argentino con i suoi ritrovi, le milonghe.

I luoghi preposti al tango argentino mi corrispondono alquanto; ho infatti ricordo di un locale in passeggiata dove ho vissuto simpatiche atmosfere e una Villa in Lucchesia, Villa Rossi,perfetta per la sperimentazione di fascinose vite d'altra epoca.

Non amo particolarmente la balneazione costituita da spiagge invase da stabilimenti che corrono per chilometri nell'illusione, di fornire il maggior numero di confort.

In quei luoghi il Centro dell' attenzione diviene il corpo, il suo colorito una vita in cui ci si dedica a chiacchiere futili e a pettegolezzi.

Non amo la cura estrema del corpo, non amo il pettegolezzo non più di tanto il confort.

Sarebbe bene che Viareggio lasciasse più spazio alla libertà alla libertà di proporsi, di prender il sole liberamente in natura senza schematizzazioni di ruoli e latenti compromessi di viver sociale.

Sarebbe auspicabile dare accesso alla semplicità come permette la Darsena.

Anche un lungomare più sgombro sarebbe cosa gradita per poter realmente osservare il mare come si vede solo dalla Piazza Mazzini.

Ma quanti gli esseri umani ancora visibili?

Circa gli aspetti culturali di Viareggio, quando vi arrivai le prime volte, inizi anni '90 il Cinema Centrale e la sua scelta di film d'Essays dava il meglio di sé.

Cosa non dire poi, della combinazione tra cultura e pizza grazie alla Pizzeria Manè vero “elogio” alla pizza napoletana.

La combinazione di intriganti film d'autore e pizza mi incantavano.

Così le Rassegne del Festival del Cinema e le programmazioni teatrali di un tempo.

perché da sempre innamorata di teatro e cinema.

Del resto ahimè son nata intellettuale, non posso nasconderlo il contatto “costante” con la cultura per me è dato imprescindibile.

Come diceva Van Gogh vivere in un piccolo centro ma non disgiunto da contatti con spazi culturali.

Viareggio dovrebbe curar di più il suo aspetto culturale e se negli ultimi l'aveva abbandonato, si è ripresa con il “Cinema ed Oltre” in passeggiata e con la riapertura del “Pidocchino” (così era detto il Cinema Centrale).

Il GAMC è sicuramente un buon spazio espositivo ma dovrebbe incrementarsi, al di là della collezione permanente, con esposizioni temporanee.

La Fondazione Matteucci è intervenuta in tal senso ma...fa cose “di nicchia” dovrebbe aprirsi ad altri dati.

A Palazzo Paolina presentai un Progetto sull'Acqua”( in relazione al momento storico di privatizzazione di questa ) che coniugava parola da me scritta, attinta da “Leggende” e punti di visione sull'acqua con immagini fotografiche.

Il progetto fu da prima approvato dall’Amminitrazione poi, bocciato senza adeguate risposte.

La Versilia ama tessere relazioni solo con persone care ad Amministrazioni o a chi ne fa le veci, problematica che io riscontro un po’ su tutta la piattaforma nazionale; tuttavia Viareggio avrebbe bisogno di altri venti, di maggior confronto pere ascoltare suggerimenti che mirino ad allargare i suoi orizzonti

Orizzonti, orizzonti che il mare accarezza, tesse.

Il mare mi ha insegnato a navigare ad andare e per poi ritornare con cuore e idee senza confini.

A Viareggio, ho dato alla luce alla luce il mio primo lavoro di coniugazione di testi ed immagini il video Rotta del Cuore: Napoli-Istanbul andato in scena a Venezia nella primavera del 2014.

 

 

Caterina De Fusco

 

 

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