Mi reco al Festival della fotografia di Corigliano Calabro con il mio amico fotografo milanese Luca Cortese e, la sera del 6 luglio, salgo al primo piano del Castello di Corigliano per l'inaugurazione delle Mostre fotografiche lì allestite.

I miei occhi puntano l'attenzione alla stanza dedicata a "Feeling Home" progetto voluto da Giusy Tigano responsabile dell'Agenzia GT di Milano; i lavori fotografici esposti di diversi fotografi provenienti da molteplici parti d'Italia, già esposto, in forma più ampia, alla Fabbrica al Vapore di Milano e nel Castello visconteo di Voghera mi colpisce e particolarmente Francesco Cito, napoletano e Daniele Vita viterbese.

Niente è un caso più vivo più ne acquisisco consapevolezza.

Quest’anno il 3 luglio si è inaugurata la diciassettesima edizione del Festival di Fotografia a Corigliano Calabro ed io decido di andare.

Sembrava fosse giunta una semplice occasione di riabbracciare miei cari amici fotografi milanesi ma a farmi partire “sentivo” che era il “flusso” della vita; è da poco tempo che ho ricominciato ad ascoltare il mio corpo e la mia voce interiore.

Solo il vivere l’esperienza ti dona la risposta al motivo che ti spinge a partire per recarti in un luogo, in questo caso Corigliano Calabro, in provincia di Cosenza, non lontano da Castrovillari luogo natio di mia nonna materna.

Il senso si è svelato con celerità la sera del 6 luglio al momento dell’inaugurazione delle mostre fotografiche collocate al primo piano del Castello di Corigliano.

Trovo che la vita, se riesci a “maturare” la pazienza di scoprire cosa significhi essere fiume che scorre ti sorprenda aprendoti alla meraviglia.

Questo è accaduto da qui il mio scritto.

Salendo al primo piano del Castello e chiedendo a Giusy Tigano, curatrice della Mostra “Feeeling Home” dove fossero esposte le foto appartenenti al progetto, sono stata rapita dagli scatti di Daniele Vita.

Le sue immagini mi sono arrivate diritte al cuore così che, subito dopo ho iniziato a leggere le motivazioni, scritte dallo stesso autore, di ciò che aveva spinto Daniele a scegliere quelle foto per il progetto “Feeling Home”.

Il senso che mi aveva condotto a Corigliano iniziava a prender forma, le foto di Daniele facevano riaffiorare alla memoria immagini da me stessa scattate, nel rione nei pressi della moschea di Suleymanye ad Istanbul.

Vita scrive: “case senza finestre così a Favaro pulite alla meno peggio, luoghi dove sostare in attesa che qualcosa cambi per poter un giorno tornare alla propria casa d’origine.” Inoltre aggiunge: “l’aver privilegiato il rione accanto alla moschea di Suleymanye ha forse avuto il senso di dire d’altri non di sé per cercare una via di fuga evitando di raccontarsi in prima persona”.

La sottoscritta ha compiuto cinque viaggi a Costantinopoli e, ritrovarmi dinanzi a fotografie di Istanbul per poi scoprire sulla parete opposta, alle mie spalle, le foto di Francesco Cito su Napoli mi ha lasciata esterrefatta. Ancora una volta ero tra Napoli ed Istanbul.

Nella primavera del 2014, ad Officina delle Zattere a Venezia, io stessa esposi miei scatti montati poi in video che mostravano relazione, profonda tra le due città.

Fu il mio vissuto a permettermi di forgiare quel lavoro dal titolo:

Rotta del cuore: Napoli-Istanbul avendo colto, d’istinto affinità elettive che rivelavano quanta intesa esiste tra Oriente e Occidente.

Ovvio che, nel caso dei fotografi Francesco Cito di Napoli e Daniele Vita della provincia di Viterbo ciascuno recava il proprio immaginario relativamente al significato del “sentirsi a casa”.

Di Cito mi colpì in particolar modo la foto della maschera di Pulcinella e quella degli scugnizzi napoletani che, nella espressività dei volti e nel bianco-nero parlano di peculiarità salienti del proprio luogo natio senza alcun infingimento.

Vita entrava nelle pieghe di quel rione, nei pressi della moschea di Suleymanye, abitato prima dai turchi, poi da profughi siriani.

Dinanzi a me il rione di Istanbul, alle mie spalle gli scatti di specifici aspetti della vita di Napoli con qualità di ripresa appartenente a due grandi autori.

Daniele Vita fotografo più giovane,Francesco Cito fotografo già affermato a livello nazionale e internazionale. Ma non è l’affermarsi o il non affermarsi di una persona che conta,quanto la qualità del messaggio che si trasmette con l’inquadratura, la scelta di cosa raffigurare e l’attenta calibratura di luci e ombre.

I due autori hanno avuto forte presa su di me, il napoletano per aver colto aspetti “veri e significativi” della “nostra” città e Vita per aver focalizzato l’attenzione su un particolare di un rione di Istanbul su cui riflettere.

Le motivazioni di quanto scrivo credo siano state rese esplicite senza nulla togliere agli altri autori del gruppo di “Feeling home”.

Trovo l’idea di un progetto dal titolo “Feeling home” straordinaria specie in questo contesto storico fatto di immigrazione, incertezze economiche, globalizzazione.

Difficile la risposta, dinanzi alla macchina fotografica di Luca Cortese, del pubblico visitante e consenziente alla domanda: cosa è per te “sentirsi a casa”?

In tal senso sarà possibile, con video composto in tempi successivi, vedere quali le relazioni, eventualmente esistenti, tra l’interpretazione data dai fotografi del “Feeling Home” ed il pubblico itinerante, nei giorni del 6 e 7 luglio, nelle sale del Castello.

Un grazie di cuore per l’occasione offertami

Caterina De Fusco

Ecco…un abbraccio buona notte

Luca